Monthly Archives: June 2015

entretien: a closer listen

cover1-e1429547408377Gianluca Favaron‘s albums – and the compositions within each album – eschew verses and choruses in favor of sonic arcs. The black and white photographs of Stefano Gentile are a natural inspiration for this sort of music, suggestive and abstract. A ridiculously limited (13 copies) Art Edition brings the point home with a hand painted cover, photo print and lathe cut disc, but even the standard edition contains images of the 16 photographs. Entretien means maintenance in French, but it can also mean conversation or negotiation, the latter definitions more applicable in the current set. Continue reading

entretien: blowup magazine

cover1-e1429547408377 Perseverando negli elevati standard degli artwork delle emissioni della serie 13 di Silentes, spesso con booklet in formato A4, foto di Stefano Gentile, che con Favaron peraltro è periodicamente coinvolto in Under the Snow, accompagnano “Entretien”, conciso lavoro in cui lo sperimentatore veneto si esercita nuovamente nella costruzioni di edifici di concrete music dall’attitudine minimale in cui ingentilisce la scabra materia originaria con una spiccata capacità assemblativa che trova alleata anche una chitarra, similmente a quanto avviene nel contesto del citato progetto, in III impegnata in una sorta di incompiuto blues che segue l’austera tetraggine dei dieci mirabili minuti di I e la più marcatamente elettronica II, costruita su drone ciclicamente ascendente ed intermittenti microsuoni, e precede la crepitante corrente di IV

entretien: rockerilla #418

cover1-e1429547408377masterizzate da simon balestrazzi con tutto il suo carico di conoscenze sul campo, le 4 suite strumentali composte da gianluca favaron per entretien sono quanto di più oscuro e inafferrabile sia dato di incontrare nel solco del noise eretico. lo stesso dicasi delle fotografie art-brut realizzate da stefano gentile e riprodotte nelle pagine del booklet allegato. ogni elemento qui vige in funzione della cifra astratta, dell’immagine decodificata, della visione sonora in odore di dadaismo estremo. il bordone di chitarra che si allunga languido sulla terza traccia del disco non aiuta a risolvere l’enigma che sovrintende alle deviazioni para-musicali di questo inenarrabile atto di sfida.