Monthly Archives: October 2016

zolfo – a closer listen

76f6cf36-93f7-4e26-a78e-31b2dc0f9934Crispy, crunchy, and crackly ~ these are the sounds of Zolfo.  In real life, we hear such sounds in crumpling paper and leaves underfoot.  In the electronic realm, they surface in cellphones, computers and amplifier feedback.  Blend organic and electronic, as Gianluca Favaron and Anacleto Vitolo have done, and one will hear a padded melange, thicker than the timbres one is accustomed to hearing outside of a factory setting.  So yes, that may be a church bell in the title track, stuttered and looped ~ but it may be the imitation of a church bell, the mind struggling to define and categorize what it is hearing. Continue reading

zolfo – vital weekly 1054

76f6cf36-93f7-4e26-a78e-31b2dc0f9934Last week we already had Vetropaco, a collaboration between Andrea Belluci, of Red Sector A, and Gianluca Favaron, now the latter returns with a release with Anacleto Vitolo, of whom I don’t think I heard before. He was part of (i)Neon, Internos and Algebra del Bisogno. On ‘Zolfo’ he’s responsible for live electronics, cymbals, laptop and objects, while Favaron plays tapes, objects, microphones, analogue and digital effects. Over the course of four months, earlier this year, they composed these pieces of music, which I think are very much along the lines of what one expects from the previous work of Favaron. This is the kind of music that is very ‘now’, combining a variety of musical interests that seem, at least theoretically, wide apart, such as drones, musique concrete, electro-acoustic music, and a bit of looped rhythms, so that it is never really one thing or another. And that I think is great; it is the modern variety of serious electronic music, but without being all together too serious. There is a fine liveliness in these pieces, a rough edge if you will, one that is probably at odds with the ‘rules’ of composing ‘serious’ electronic music, but it works pretty well (see also Tod Dockstader, I was thinking). The gritty bass sounds, the somewhat harsher undercurrent, and then all of that suddenly looped into a bit of rhythm that never goes into a groovy beat. This is in your face and direct, but without everything becoming super loud. Just thoroughly pleasant electronic music with a fine experimental twist. This is exactly how I like these things. (FdW)

zolfo – iyezine

76f6cf36-93f7-4e26-a78e-31b2dc0f9934Lo zolfo è un minerale che ha una storia molto controversa ed eterea come è nella sua natura. Esso, come quasi tutte le cose in natura, possiede una duplice natura : quella benefica cura alcuni malori, mentre quella malefica si accompagna alle apparizioni del diavolo quando decide di scendere nel suo luogo di villeggiatura preferito.

Zolfo in questo caso è musica eterea, frutto di un’ottima collaborazione tra Gianluca Favaron e Anacleto Vitolo, due musicisti dal lungo curriculum. Favaron è un produttore di musica drone, field recording, ma soprattutto usa linguaggi musicali diversi per esprimere le sue molteplici idee e proposte musicali. Anacleto Vitolo è uno dei produttori italiani più interessanti degli ultimi anni, e ha un sacco di progetti in ballo, tutti con il comune minimo denominatore del suo grande talento e della voglia di sperimentare. Questo disco nasce con l’intento dei due musicisti di esplorare nuove frontiere sonore. Ecco quindi nascere droni con una forte anima elettronica, contraddistinti da una struttura compositiva che diventa narrazione. I droni acquistano fisicità, frutto di una produzione eccelsa, che mette in risalto la potenza di questa musica che si muove sul ciglio di molti confini. Favaron e VItolo mettono a disposizione sulfuree colonne sonore di nostri possibili pensieri, sorvolando territori inusuali ed inesplorati, facendolo con classe e bravura. Una collaborazione, sentita, voluta e davvero molto riuscita, per un disco di alto livello. [Massimo Argo]

sherwood – intervista con mirco salvadori

La loro è una piccola armata che molto sta facendo per l’innovazione – scusate il termine oramai desueto ma così è – dell’ascolto in terra italiana. La vibrazione che produce il loro muoversi lungo lo stivale varia dall’ambient più silenzioso all’elettroacustica più coinvolgente, dall’iperealtà del field recording piegato al gioco del mixaggio musicale alla dura realtà della ricerca che non concede compromessi. Gianluca Favaron appartiene a quest’ultima categoria. Un sound artist che crea arte digitale piegato sul proprio laptop, l’orecchio sempre in ascolto dei suoni a venire, quelli che si producono nell’indefinito, quasi invisibile, mondo elettronico. Continue reading

zolfo – so what

76f6cf36-93f7-4e26-a78e-31b2dc0f9934Una discesa improvvisa, una lenta e palpitante esplorazione di un mondo sotterraneo al tempo stesso magnetico e inospitale. Dello zolfo ha il colore intenso, l’odore penetrante, la mutabilità del suo stato e la duplicità di saper proteggere e respingere. A guidarci attraverso questa ambientazione straniante e apocalittica troviamo Gianluca Favaron e Anacleto Vitolo.

Fermi in bilico sulla porta d’accesso ( “Starting Point”) si viene attratti da un vortice di frammenti affilati come lame, in graduale crescendo, che deflagrando da l’avvio alla caduta senza soluzione di continuità in un universo che sembra non avere fondo (“Zolfo”). Tutto lungo la discesa diviene assordante e il corpo attraversa un’assenza fatta di luce accecante nella quale lo stato di coscienza gradualmente si spegne. Il risveglio lentamente fa emergere il nuovo scenario, ogni suono con la sua matericità aggiunge dettaglio all’immobile e sfuggente paesaggio che lentamente trova concretizzazione (“Infrasound”). Ci si muove con attenzione , i sensi acuiti dallo scenario insolito, costantemente in attesa di qualcosa (“Discourse 12”), il battito che tradisce l’apparente quiete nella quale riverbera ogni stilla sonora (“Fold-in”). Nella sulfurea oscurità tutto diventa improvvisamente più convulso, i quattro elementi si animano in un flusso avvolgente e minaccioso (“Reflection”) che trova compimento nelle spettrali e abrasive modulazioni che definiscono l’impossibilità del ritorno al mondo della luce (“Oblivion”).

Sono vere e proprie immagini in movimento quelle che si sprigionano da “Zolfo”, trame cinematiche costruite con perizia attraverso la virtuosa collaborazione tra due artisti di sicuro talento. Abbandonatevi alla ineluttabilità del loro suono. [SoWhat]