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blank spaces – sowhat

Scavare nell’oscuro universo di un animo tormentato alla ricerca dei moti convulsi ed inarrestabili che ne generano il profondo malessere. Si ispira a due emblematiche e tormentate figure della letteratura francese del novecento Gianluca Favaron per plasmare questa sua personale immersione nei meandri dell’inquietudine umana, un mal di vivere che non cessa di essere attuale. Due tracce di medesima durata che occupano ognuna  un lato del nastro, ciascuna mutuando il titolo dal nome del protagonista dei romanzi in questione.

Entrambi i capitoli sono costruiti attraverso un complesso intreccio di suoni concreti e modulazioni sintetiche che si susseguono in granulose e abrasive stratificazioni cariche di tensione.  Disturbanti e penetranti spirali di distorte frequenze in crescendo si alternano a crepitanti esplosioni di rumorose schegge che sembrano rimbalzare violentemente contro pareti impenetrabili. Le tessiture di Favaron non delineano delle forme, non descrivono il contenitore ma esplorano la drammatica dinamicità del contenuto attraverso un caleidoscopico turbine di frammenti  riverberanti.

Non c’è spazio per derive melodiche, qui tutto si svolge all’insegna di una cruda e tangibile visceralità che traduce in suono la plumbea irrequietezza raccontata da Camus e Sartre. È materia pulsante quella che si riversa da “Meursault” e “Roquentin”, densa linfa che conduce attraverso paesaggi emozionali di non facile fruizione ma di grande enfasi.